Quando si scrive è normale essere assaliti da mille dubbi, se poi si è persone emotivamente insicure le perplessità crescono in modo esponenziale, rischiando di portare anche al cosiddetto blocco dello scrittore.
Ecco quindi dieci consigli su come fare un’auto analisi della propria opera.
1. Un obiettivo avvincente
L’idea deve essere sufficientemente solida per poter reggere l’intero libro. L’obiettivo deve riuscire ad essere abbastanza complesso per poter condurre il lettore fino alla fine, senza annoiarlo.
La cosa importante è tenere il lettore incollato fino alla fine: la missione del protagonista deve avere una motivazione valida perché entri in empatia col lettore che voglia seguirlo fino all’ultima pagina.
2. Le scene sono funzionali
Nelle serie in televisione capita che ogni tanto ci sia quella puntata di riempitivo, che non ha alcuna funzione per la trama e non fa in alcun modo progredire la storia. Ecco, scene del genere nei libri non dovrebbero esserci, perché smorzano la tensione della storia che invece dovrebbe avere un crescendo del desiderio di un obiettivo finale.
3. La situazione peggiora
Il dubbio se l’obiettivo possa essere raggiunto o meno è ciò che il lettore vuole scoprire ad ogni pagina. Gli ostacoli possono essere sia cose esterne al protagonista che stati emotivi: un crescendo di questi ostacoli crea quella profonda preoccupazione che il lettore ama.
4. Una trama attiva
Un protagonista, indipendentemente da cosa faccia, che si ritrova sempre nel posto giusto al momento giusto non piace a nessuno. La fortuna è rara nella realtà e se può essere accettato dal lettore quella piccola forzatura di trama che aiuta il protagonista a superare un ostacolo, abusarne esaspera il lettore. Un personaggio ben delineato affronta le situazioni senza deus ex machina.
5. Valide motivazioni
Un autore conosce i suoi personaggi a fondo, molto più di quello che rivela nel libro che scrive. Questo è fondamentale per le motivazioni che spingono le azioni del protagonista, le ragioni che lo motivano devono avere solide radici nel suo passato, nel suo presente ed i suoi desideri per il futuro.
6. Il conflitto interiore
Che un personaggio abbia un obiettivo non è sufficiente: come una buona storia ha bisogno di conflitti, anche lui deve essere motivato per crescere e non rimanere immutato dalla sua prima apparizione fino alla fine.
7. Il passato dei personaggi
Un personaggio non deve nascere nel momento in cui compare in scena: è un po’ come presupporre che nel mondo esistano solo le persone che vediamo. Bisogna tenere sempre presente che i personaggi, come noi, si sono formati un po’ alla volta durante la loro vita, vivendo esperienze che li hanno portati ad essere come sono quando il lettore li incontra. Non è necessario descrivere quelle esperienze, ma è giusto tener conto che eventi forti o traumatici hanno delle ripercussioni sul loro essere.
8. Il conflitto nella trama
La vita è spesso percepita come una strada in salita, e tendiamo a vedere di più le cose avverse che le cose favorevoli. Un personaggio che risolve in fretta o facilmente i suoi ostacoli risulta così al lettore poco verosimile. Anche se il protagonista risolve prima della fine i suoi conflitti, dovrebbero esserci sempre dei “ma” ad ostacolarlo.
9. Equilibrio tra narrazione e dialogo
Il dialogo è un ottimo strumento di trama: non solo è in grado di far progredire il racconto, ma da una percezione più intima del personaggio. Per questo quando ci sono dei dialoghi questi devono avere un senso.
L’equilibrio tra narrazione e dialogo è sempre delicato, rischiando di sbilanciarsi troppo in uno o nell’altro, creando pause innaturali, problemi di scorrevolezza…
Una lettura ad alta voce dei passaggi in cui si hanno più dubbi può aiutare a risolvere la questione.
10. Gli “spiegoni”
La cosa più odiata dai lettori: tutto viene detto e risolto in una scena. Tutti i retroscena devono essere diluiti nella trama, come piccoli indizi per poi dedurre il quadro generale della situazione.
Ogni singola parola del libro dovrebbe essere in funzione della trama: le aggiunte di descrizioni o scene portano il lettore a sprecare il suo tempo. Per questo è necessario controllare ed analizzare il proprio lavoro.
Quale di questi punti ritenete più impegnativo per voi?