Tutti noi prendiamo decisioni e compiamo azioni per un certo scopo. Le motivazioni vanno dal nostri istinto di conservazione a spinte ideologiche che abbiamo interiorizzato durante la nostra vita.
Come abbiamo visto, la chiave per una buona storia è la capacità di empatizzare con i personaggi della nostra storia e sentirci coinvolti.
Per fare questo dobbiamo partire dal presupposto che ci debba essere cambiamento e dinamicità, vogliamo crescere con il libro che stiamo leggendo per avere la possibilità di guardare da una finestra che si apre su un paesaggio inaspettato e magari anche sconosciuto.
Noi lettori abbiamo sete di conoscenza, in tutto e per tutti i campi, e questa è data dall’esperienza che i nostri amati personaggi infondono a noi.
Questo è il motivo per cui tutte le nostre storie devono avere un inizio, l’inizio di un percorso che porterà il protagonista, o i protagonisti, ad essere diversi rispetto a quando hanno intrapreso questo viaggio.
Come fare?
Prima di tutto dobbiamo far conoscere al lettore la situazione in cui si trova il protagonista prima della grande svolta della sua vita. Tale condizione può essere positiva o negativa per lui, ma una cosa è certa, le cose devono cambiare.
Prendiamo ad esempio Eragon, il protagonista all’inizio vive con lo zio in campagna, conduce una vita da contadino che tutto sommato non è spiacevole, e di certo non aveva intenzione di cambiarla a breve.
Poi però arriva l’imprevisto, la scintilla che fa scoccare l’incendio dell’avventura. Trova una pietra molto particolare che poi si rivela essere un uovo di drago!
Ecco quindi il nostro protagonista che si trova in una situazione in cui deve prendere delle decisioni che influenzeranno tutto il resto della sua vita.
Ovviamente la presentazione della vita del protagonista prima della svolta può essere posposta all’azione attraverso l’uso di flashbacks (analessi) o racconti, ovviamente siete sempre voi a decidere come gestire l’intreccio narrativo.
Non si può tornare indietro
Un altro elemento che aiuta a far progredire la narrazione e a tenere il lettore sul filo della pagina è quello di impedire che il protagonista possa tornare in breve tempo alla situazione iniziale.
Ovviamente l’affare in cui il nostro personaggio è coinvolto non può essere risolto facilmente. Pensiamo ad esempio a La Cosa dei Fantastici 4, egli cerca per un buon periodo di tempo di trovare una soluzione alla sua condizione fisica, che però si rivela impossibile da cambiare.
Chiarire l’obiettivo
Una volta che il nostro eroe si trova invischiato in questa situazione non rimane che risolverla.
Hercules decide di affrontare le dodici fatiche per avere un posto nell’Olimpo, e lo dice chiaramente. Ovviamente non è necessario riassumere in una parola il fine ultimo del protagonista, l’importante è che sia chiaramente riconoscibile.
La motivazione che spinge il personaggio ad agire deve essere altrettanto chiara, dato che la motivazione inevitabilmente porta all’azione. Se quest’ultima manca, il lettore non avrà molta voglia di finire il racconto, infatti se il protagonista stesso getta la spugna prima di aver davvero iniziato, perchè dovrei farlo io?
Una volta avviato vedrete che la narrazione camminerà sui suoi piedi, ricca di colpi di scena e avventure che faranno stare con il fiato sospeso chiunque abbia la fortuna di leggere la vostra storia.
Voi che ne pensate? Avete mai letto una storia interessante che non avesse uno o più punti qui descritti?