Tutti noi nel corso della nostra carriera di scrittori amatoriali e non ci siamo trovati davanti al dover criticare o essere criticati per un nostro elaborato, iniziando tra i banchi di scuola per poi proseguire in gruppi di scrittura o di lavoro. Saper quindi scrivere una critica che vada diretta al punto, ma che non cada nel vilipendio è una conoscenza fondamentale e spendibile in tutti i campi della nostra vita.
Accettare le critiche d’altra parte non è sempre facile, soprattutto se si tratta dei primi elaborati che vengono fatti uscire dal cassetto e che vengono criticati da persone che non sono amici o parenti.
Bisogna quindi tenere a mente che nel mondo ci sono molte personalità diverse, che si esprimono in maniera unica, e per questo motivo a volte possono risultare difficilmente compatibili con il nostro essere, potendo portare anche ad incomprensioni di varia natura.
In generale posso dare un consiglio spassionato: lasciar correre. Se un utente attacca e demolisce la vostra storia non lasciatevi convincere da questi commenti che possono essere stati scritti per tantissimi motivi, in un momento di rabbia o di risentimento verso il mondo.
Solitamente se un commento si rivela denigratorio e scritto per il semplice gusto di offendere o svalutare il lavoro altrui, allora non vale nemmeno la pena perdere del prezioso tempo per pensare che questo commento sia fondato su altro che esula dall’ego del leone da tastiera che ci si trova di fronte.
Nei prossimi semplici punti una guida per scrivere delle critiche che siano effettivamente utili, ma anche dei segnali per cernere i commenti utili da quelli da cestinare senza esitazione.
- Utilità
Una critica deve essere prima di tutto utile. Ciò significa che lo scrittore a cui noi stiamo esprimendo la nostra opinione può effettivamente capire cosa può migliorare ciò che ha scritto o come in generale scrive.
Che si tratti di grammatica, sintassi o di lessico, il problema che stiamo sottolineando deve essere visibile e correggibile.
Non bisogna lesinate in dettagli, più una critica è puntuale e maggiore sarà la possibilità di evitare errori simili in futuro. - Rispetto
Quando si scrive una critica ricordiamo sempre che si tratta del lavoro, della cura e della passione di un altro essere umano che vuole un parere per poter migliorare sé stesso.
Sebbene a volte ci si può trovare davanti a delle idee o concetti che a livello filosofico non condividiamo, è bene mantenere un livello di scambio civile e dichiarare la propria posizione, ricordandoci che i migliori scambi sono quelli tra idee diverse, e non uguali!
Allo stesso modo è bene ricordare che non tutti sono allo stesso livello, quindi è giusto portare rispetto allo stadio di evoluzione di altri scrittori, incoraggiandoli nel proseguire il loro percorso. - Onestà
Essere gentili non significa essere falsi o dire qualcosa che non si pensa, uno dei pilastri della buona critica è proprio l’onestà, darla e riceverla sarà sempre utile per la propria crescita personale e professionale.
Se qualcosa proprio non funziona dobbiamo dirlo, magari con delicatezza e tenendo a mente i punti sopra citati, ma non facciamo finta di nulla.
Un buon metodo in certi casi è quello del bastone e della carota: prima esporre ciò che non ha funzionato e poi sottolineare cosa invece avete trovato di positivo nella parte analizzata. Non trovate qualcosa di carino? Allora una semplice frase di incoraggiamento potrebbe bastare. Ripetibilità
Un aspetto molto importante di una critica ad un testo scritto è quello di individuare degli schemi ricorrenti: se lo scrittore in questione è un po’ debole sulla punteggiatura sarà molto più utile dare il messaggio di irrobustire un po’ di più queste conoscenze rispetto al sottolineare ogni errore frase per frase.
Inoltre, una buona critica è un segnalino che chi l’ha ricevuta terrà a mente mentre scriverà i prossimi pezzi, permettendogli di poter assimilare in maniera automatica l’attenzione necessaria ai suoi momentanei talloni d’Achille.- Apertura
L’ultimo punto è l’apertura, ricordiamoci che tanta apertura mentale deve esserci da parte di chi riceve la critica, quanta quella che dobbiamo avere noi nell’approcciarci al nostro ruolo di critici.
Non tutte le idee sono per forza quelle vincenti, quindi attraverso il dialogo e l’ascolto dell’altro si potrà trovare la soluzione migliore, magari una a cui non non si era nemmeno pensato.
Anche voi pensate che questi cinque punti siano indicati per riassumere una brevissima guida per la critica perfetta? O ne manca qualcuno?
Sono d’accordo con i tuoi punti, che purtroppo non solo raramente trovo, ma fatico ad applicare io stessa, soprattutto quando l’autore è una persona che conosco. Spesso mi trovo davvero in difficoltà nel dibattermi tra il voler essere positiva e il bisogno di essere sincera. A volte mi domando se in questi casi non sia più semplice mentire, senza mettermi tanti problemi; ma far mentire me non è un’impresa da poco… 😉
Io non mi sono mai fatta troppi problemi a fare critiche, ma da sempre cerco di argomentarle il più possibile. La cosa assurda è che non me ne resi conto finchè una compagna di classe delle superiori mi mostrò un suo lavoro grafico e mi disse: “Dai, dimmi cosa c’è che non va”. Lo disse in un modo così rassegnato sul fatto che l’avrei criticata che mi aprì gli occhi sul mio atteggiamento.
Quindi chi mi sta vicino ormai sa bene che sono una “criticona”.