Quando un libro non basta più
Chi non ha mai guardato una serie Tv? O chi non ha mai letto una collana di romanzi? Beh, se siete binge watchers di serie come me non avrete dubbi nel rispondere a questa domanda.
Ma a ben pensarci oggi è virtualmente impossibile che nessuno di noi si sia astenuto dallo sfruttare le possibilità che svariati canali come Netflix, Amazon Prime Video e Disney+ ci danno, ovvero di prenderci il nostro appuntamento serale con il divano e la nostra serie del momento.
E cosa c’è di meglio di tornare dal nostro amato libro sul comodino che ci racconta della storia dei nostri personaggi preferiti che stanno con noi da anni?
Il punto è che al giorno d’oggi difficilmente sceglieremo un film quando scorriamo i titoli a nostra disposizione, ma perché?
Prima di tutto dobbiamo considerare la componente psicologica: ci affezioniamo ai personaggi e vorremmo sapere sempre di più di loro, e continuare a vivere attraverso di loro avventure straordinarie.
Un film non basta per saziarci, abbiamo bisogno di conoscere i personaggi, entrarci in confidenza e poi viverci assieme, anche per anni in attesa che arrivi il gran finale.
I film vengono quindi relegati in una categoria a cui si attinge per le serate in cui si deve trovare qualcosa che vada a bene ad un gruppo di amici, partendo dallo stesso punto.
Al contrario, le serie sono vissute in modo più personale, con i ritmi individuali di ogni persona.
E per le collane?
Il rapporto tra collane di romanzi e serie è strettissimo, infatti buona parte delle serie presenti sul mercato come Game of Thrones, Shadowhunters, Pretty Little Liars e anche Tredici, sono state tratte dalle rispettive saghe.
Entrando in una libreria noteremo fin da subito che gli scaffali in bella vista sono occupati da titoli che fanno parte di varie serie, disposte in base alla fama dell’autore e della collana stessa, mentre per cercare un libro autoconclusivo spesso dobbiamo proseguire verso il centro del locale, nelle sezioni più specifiche, magari di letteratura classica o filosofia.
Anche solo questo aspetto dovrebbe farci riflettere su quanto il nostro modo di consumare letteratura abbia influenzato il mercato editoriale, sia stampato che videografico.
Gli agenti pubblicitari cercano dei titoli che non siano solo validi come libri autoconclusivi, ma si spinge affinchè siano facilmente convertibili in serie e collane, e meglio ancora se si prestano ad un adattamento cinematografico!
Ma è sempre stato così?
Le saghe sono sempre esistite, fin da prima dell’avvento dell’editoria ad ampia fruizione; pensiamo agli scaldi norreni o ai bardi di corte che narravano le imprese di eroi e sovrani, collegandoli in un unico contesto narrativo.
Successivamente, grazie alla diffusione massiva della carta stampata si sono sprecate le collane che venivano pubblicate secondo un preciso argomento, un esempio sono i gialli, che prendono proprio da qui il loro nome!
Ma anche in questo caso il panorama era diversificato: i romanzi appartenevano tutti allo stesso genere, ma le storie erano diverse, come gli autori.
Le serie di libri presenti sul mercato erano giustificate dal fatto che i contenuti degli stessi non potevano essere fisicamente raccolti in un solo volume, pensiamo ad esempio a Il Signore degli Anelli.
Poi però con l’avvento di titoli come Harry Potter, Twilight e Il Diario del Vampiro il mondo delle collane ha preso il sopravvento, spingendo fortissimo verso un tipo diverso di concezione del libro.
Un libro è appetibile se fa parte di una collana, se ho la sicurezza che quando arriverò all’ultima pagina ne potrò avere ancora, decine di altri libri che parlano degli stessi personaggi e che mi fa rimanere ancora un po’ in quel mondo.
Non siamo più abituati ad essere abbandonati dopo un solo libro, e sentiamo la necessità di rimanere nella nostra comfort zone più a lungo possibile, non cambiando mai veramente libro, solo la copertina.
Personalmente ci ho riflettuto e questo fatto mi ha fatto riconsiderare l’idea stessa che noi lettori voraci abbiamo in mente quando ci approcciamo non solo ad un libro, ma anche ad un autore.
Lo scegliamo perchè effettivamente ci fa ragionare e ci spinge ad abbracciare il diverso, lo sconosciuto, o cerchiamo i suoi titoli tra tutti per ritornare sempre all’ovile?
Lo stesso vale per le serie TV: i film che guardiamo diventano in pratica lunghissimi, di nove ore è più, intervallati da qualche ora di sonno.
Stiamo sacrificando la diversità o stiamo investendo nell’approfondire pochi temi ma in modo assolutamente completo?
Un sacco di domande di cui sono curiosissima di sapere la vostra risposta a riguardo!
Ehm, niente binge watching per me, sono poche le serie tv che mi concedo e devono davvero valerne la pena, in termini di tempo. Seguo Grey’s Anatomy dall’inizio, anche se in effetti sta iniziando un po’ il “decadimento” naturale di una serie lunga. Ho visto quest’estate La fantastica signora Maisel su suggerimento di un’amica, ho provato Fleabag ma non sono riuscita a digerire nemmeno la prima puntata. Ho visto The last ship a spezzoni (bella la prima stagione, noiosette le altre), ho seguito The following e The sinner, genere thriller, molto belle. Ma è difficile tenermi agganciata ad una serie. Di origine libresca, c’è solo Outlander, e sono anche indietro con l’ultima stagione pur avendola già pronta da vedere. Adoro Twilight, anche se non è una serie televisiva, ma una saga cinematografica. Non sono riuscita ad andare oltre le prime 4 o 5 puntate de I diari del vampiro perché se il mondo di Twilight è semplice, e lo apprezzo per questo, quello di The vampire diaries è eccessivamente incasinato. Ho qui tutta la collana, forse un giorno ci riproverò col cartaceo. Ma in effetti, sia in libreria che in televisione, preferisco qualcosa di breve ma intenso, che lungaggini tediose. 🙂
Io non ho molto tempo da poter dedicare alla visione della tv, così condenso i momenti di intrattenimento tra la cena e l’andare a dormire, principalemnte da PC, con canali streaming. Mi risulta quindi più facile fare le maratone visive, anche se per le produzioni più lunghe e impegnative preferisco il recupero delle singole stagioni che spezzo con altre visioni.
Lo stare agganciati ad una serie sta nell’abilità degli sceneggiatori.
Per quel che riguarda i libri, invece, cerco di evitare di entrare nel giro di saghe, quelle che leggo in genere è perchè sono concluse oppure è già annunciata la conclusione.
Su Outlander ricordo avevi scritto diversi articoli, tanto da suscitare la mia curiosità 🙂
Serie televisive ne vedo pochissime, ma mi fa piacere trovare una continuità nei libri, se mi piacciono molto. In quel caso mi affeziono ai personaggi e alla storia, perciò mi fa piacere che l’ultima pagina non sia davvero l’ultima. Anch’io però preferisco saghe concluse, o in via di conclusione. Mi infastidisce parecchio scoprire, dopo avere atteso anni, che non ricordo bene i libri precedenti. Non si può ripartire sempre daccapo!
Affezzionarsi a personaggi è più che normale, come essere avidi della loro storia. Io non ho grande memoria, oppure leggo superficialmente, quindi per me è più che normale trovarmi a dimenticare gran parte di un libro dopo la sua conclusione. Se leggo una saga più o meno di seguito riesco anche a gestirla, ma se esce con periodi di pausa la maggior parte delle volte non riesco a proseguirli.