Il tao multilivello e come essere dei mastri in questa disciplina.
Buoni e cattivi hanno sempre rappresentato un percorso sicuro nella creazione delle nostre storie. Il buono è buono e il cattivo è cattivo. Ma pensateci un attimo: i nostri libri preferiti hanno questo semplice schema?
Beh sì mi direte voi, Harry Potter aveva Voldermort, Hunger Games ha il suo President Snow… insomma, ad un buono corrisponde un cattivo. Semplice.
L’ingrediente segreto
Sarebbe facile dirvi miei cari amici che è proprio così, ma purtroppo voglio portare un po’ di instabilità nella nostra vita! Muhahaha ora il cattivo lo faccio io!
Guardando alla mia esperienza mi sono accorte l’eroe non fa sempre l’eroe e il cattivo… a volte non è poi così pessimo. Non fraintendetemi, anche io salto dalla gioia quando alla fine il nostro personaggio preferito vince sul male, ma hey! Nessuno vuole leggere una storia troppo facile.
L’ingrediente segreto è il Tao multilivello.
Il concetto del Tao…
Il Tao è uno dei concetti principali della storia del pensiero cinese. Lo spiego in breve: il Tao è formato da due parti in perenne movimento: il bene e il male (bianco e nero), ma c’è sempre del bene nel male e del male nel bene. Insieme essi sono l’equilibrio, la vita e l’universo.
Più o meno è questo che rende un eroe un vero protagonista della nostra storia e il cattivo il suo antagonista. Per entrambi non possiamo creare delle figure troppo perfette per i loro ruoli: l’eroe non potrà essere troppo buono, forte ed intelligente perché altrimenti non riusciremmo mai a creare un legame empatico con lui ma anzi, ci sentiremo distanti.
Il cattivo non potrà d’altro canto essere sempre cattivo… altrimenti avremmo a che fare con uno squilibrato che avrebbe più bisogno di una bella dose di Valium più che un’epica battaglia.
Ciò che serve ad entrambi è una storia di fondo che spieghi profondamente il perché delle loro azioni e che li accordi sullo stesso piano, solo da parti opposte: come due facce della stessa medaglia. Storie che si intrecciano e che evolvono in movimento.
…a più livelli
Il nostro eroe sarà dunque in conflitto con un cattivo per molte ragioni: vogliono la stessa cosa e quindi sono in competizione, oppure vogliono l’opposto o semplicemente la presenza reciproca disturba le loro vite.
Il motivo della lotta però non è sempre esterno, e quindi non possiamo limitarci ad essere semplici spettatori, ma anzi dobbiamo leggere e scavare più a fondo. Da un lato dovremmo rendere esplicito il conflitto che lega queste due figure, dall’altro dobbiamo metterci nei panni di entrambi e operare dei cambiamenti paralleli.
Il cattivo è diventato tale per un motivo, il suo comportamento sarà quindi spregevole (ma non troppo) perché è una risposta ad un trauma o a delle esperienze che l’hanno reso tale. È proprio questo il punto: l’interno.
Analizziamo da dentro i nostri personaggi per guardare ai loro cambiamenti e come le loro esperienze li fanno crescere e cambiare. Anche il nostro eroe dovrà prendere delle decisioni non sempre eroiche e compiere gesti non sempre irreprensibili.
D’altro canto le esperienze della vita cambiano chiunque e questo deve valere anche per i personaggi della nostra storia. I nostri lettori vogliono sentirli come reali.
I nostri personaggi però vivono in un ambiente che deve essere anch’esso costruito seguendo il principio dell’equilibrio, la società dovrà infatti essere parte integrante delle dinamiche che muovono le nostre figure chiave.
Voi cosa ne pensate? Sono tutte bazzecole new age o queste poche righe vi hanno fatto riflettere? Lasciate un commento e ditemi voi cosa ne pensate.
E continuate a sognare!