Se narrare è raccontare quello che non è conosciuto da altri, la narrativa è la produzione letteraria di queste storie, scritte in prosa.
C’è modo e modo di raccontare una storia:
Narrativa lineare: gli eventi sono raccontati in ordine cronologico, dando al lettore un’immersione nella vita quotidiana del o dei protagonisti.
Narrativa non lineare: gli eventi vengono presentati con l’alternanza di episodi passati, presenti o futuri, creando fratture temporali nelle sequenze della storia. Un modo che enfatizza le emozioni del protagonista creando delle connessioni tematiche tra gli eventi non contemporanei.
In questo modo il lettore è portato a chiedersi come siano iniziati degli eventi o a cosa porteranno.
Ricerca narrativa: la storia si sviluppa alla ricerca di un obiettivo, con il protagonista probabilmente ossessionato dal volerlo raggiungere, trovandolo disposto ad affrontare qualsiasi ostacolo. Molto spesso sono narrazioni di viaggio, come ne l’Odissea o Lo Hobbit.
Narrativa del punto di vista: si tratta di un racconto fatto di punti di vista soggettivi, focalizzato su stati d’animo, emozioni e qualsiasi altro dettaglio sensoriale filtrato dal narratore. Solitamente sono narrati in prima persona oppure con un narratore onnisciente, in grado di scavare nel profondo dei personaggi.
Il narratore in questo caso risulta inaffidabile, volutamente o meno può ingannare il lettore che mette in discussione la sua credibilità.
Condurre narrazioni parallele
Per evitare di appesantire una narrazione ci sono varie forme che si possono usare:
articoli di giornale
estratti di libri
diari
audio
registrazioni di telefonate
lettere di posta o e-mail
messaggi di testo
post sui social media
e non solo. A supporto di una narrazione tradizionale, questi metodi permettono di far progredire una trama, mentre sono un ottimo modo per creare dei filoni narrativi separati, con punti di vista diversi, dalla narrazione principale.
Questi espedienti possono essere molto interessanti e possono dare al lettore un’esperienza originale, ma questi mezzi non devono essere considerati un esercizio di stile da parte dell’autore, devono appartenere alla storia, integrandosi ad essa.
A meno che non si abbia intenzione di scrivere una storia basata interamente su forme alternative di scrittura, quando si inseriscono in una scrittura tradizionale è bene farlo con moderazione, perché il lettore potrebbe uscirne confuso.
Qual’è il metodo di scrittura che preferite? Avete esempi in cui le formule narrative che hanno funzionato o meno?
La narrativa del punto di vista, che è difficilissima. Perché può risultare limitata (un solo punto di vista, quello dell’attuale narratore) e pericolosa (non bisogna anticipare troppo, e nemmeno nascondere troppo). Però quando riesce, è superlativa.
C’è un film che continua a venirmi alla mente come esempio (e caspita, vorrei proprio saper scrivere un romanzo congegnato a quel modo!): Prospettive di un delitto del 2008 con Dennis Quaid, Matthew Fox, Forest Whitaker, William Hurt, Sigourney Weaver, Zoe Saldana (un signor cast). C’è una prima prospettiva, il punto di vista di un singolo personaggio, e poi accade qualcosa. Da quel momento, la storia si riavvolge e segue un altro punto di vista, un altro personaggio. Questo per 8 volte. Oramai sai che accadrà quel qualcosa, ma ogni punto di vista aggiunge un altro tassello sulla risoluzione del perché accade quel qualcosa. L’ultimo punto di vista è quello che va oltre il qualcosa e ne fornisce il quadro completo. E’ perfetto. 🙂