Tutti noi sappiamo com’è fatto un libro: ci sono delle pagine rilegate in una copertina accattivante che contiene le informazioni della storia che è l’anima del volume stesso.

All’interno del libro infatti troviamo scritto un lavoro d’arte nato dalla creatività dell’autore che, con le sue parole vuole comunicarci qualcosa: un concetto, un’ispirazione o semplicemente intrattenerci nei momenti di relax che a volte dimentichiamo di prenderci nelle nostre vite frenetiche.

Ma esiste anche un’altra tipologia di libro che sfida la definizione dello stesso e ne cambia intimamente la natura e la fruibilità: il libro d’arte.
Prima però dobbiamo capire come nasce il libro d’arte e cosa si intende con questo termine.

Che cos’è il libro d’arte?

Songs of Innocence and of ExperienceIl libro d’arte o d’artista può essere definito come una vera e propria opera d’arte realizzata con il formato di libro.
Solitamente queste opere librarie hanno una tiratura limitata o sono addirittura uniche, ed in tal caso vengono definite unique.

E voi mi direte: ma ogni libro allora è un libro d’artista dato che nasce dall’intelletto di uno scrittore che è, a sua volta, un artista!

La differenza maggiore che il libro d’artista presenta rispetto a qualsiasi altro libro è che l’attenzione artistica non è concentrata sulla storia che esso contiene, ma sulla forma  e sulla natura fisica del libro stesso.

La storia del libro d’artista

Le origini del libro d’arte sono molto più antiche di quello che si potrebbe pensare in quanto, se la massima diffusione di questo tipo di espressione artistica si ha durante il Novecento, la sua nascita risale addirittura al XVIII sec.

Il primo volume che è stato definito come precursore dei libri d’arte è infatti Songs of Innocence and of Experience: Shewing the Two Contrary States of the Human Soul di William Blake.
Questo libro, apparentemente “normale” rispetto ai suoi successori, racchiude in sé gli elementi fondamentali che caratterizzano questo tipo di prodotto artistico.

Il libro di Blake è infatti il primo ad essere costituito da una fusione profonda di testo ed immagini, con la particolarità di essere completamente confezionato a mano.
L’autore e sua moglie non solo si occuparono della stesura del testo e delle immagini, ma anche della stampa e della rilegatura.
La natura completamente artigianale è infatti un elemento chiave del libro d’artista, restando anche nelle espressioni più moderne legate a questa forma.

Un altro elemento fondamentale che Blake inaugura con il suo libro è la sintesi inedita tra testo, immagine e forma, i quali sono presentati con una relazione indissolubile, in quanto togliendo o modificando uno degli elementi, gli altri ne saranno profondamente compromessi.

Il periodo di vera e propria fioritura del libro d’arte si ha durante l’inizio del XX sec., momento fondamentale per la nascita e la diffusione dei movimenti di avanguardia.
In questo periodo infatti si delinea un nuovo bisogno: differenziarsi e raggiungere un pubblico più esteso.

Consideriamo infatti che i movimenti artistici erano stati, fino a quel momento, ad appannaggio della classe dirigente dotta e degli accademici che avevano ben poco a che fare con la stragrande maggioranza del popolo.
Si doveva quindi portare l’arte anche nelle strade, ma non un’arte elitaria, bensì una forma che potesse essere compresa da chi non aveva mai varcato le porte dei circoli intellettuali, l’uomo comune insomma.

A tal proposito un grande contributo alle forme del libro d’arte è stato dato da Marinetti e i suoi compagni d’avventura, che come saprete, sono i fondatori di niente di meno del Movimento Futurista.

Il volume che inaugura ufficialmente il periodo d’oro del libro d’artista è Zang Tumb Tuuum, dello stesso Marinetti, il quale propone un volume che sfida tutte le convenzioni letterarie dell’epoca con una raccolta di poesie sensoriali.
Tutto infatti ruota intorno alle impressioni legate all’adrenalina del combattimento e della forza del movimento.

Un altro esempio che non possiamo evitare di citare è sicuramente il Libro Imbullonato di Depero, il quale addirittura non permette di sapere se all’interno dello stesso ci sia o meno un testo.

Ci si trova quindi davanti ad un enigma: l’opera è un libro o no?
E allo stesso tempo se si togliessero i fermi non sarebbe più un libro d’arte!

Da questo momento in poi la strada è spianata per ogni tipo di innovazione e di percezione artistica che spopola tra i più disparati movimenti in tutto il mondo.

Pensiamo solo che negli anni ‘60 del XX secolo appare Le Grand désordre di Isidore Isou, il quale propone al pubblico una busta chiusa all’interno della quale ci sono dei testi che una volta ricomposti dallo spettatore, formano una specie di narrativa.

Anche qui ci si chiede: è un libro? Tutte le caratteristiche sono soddisfatte, anche se al contempo non lo sono: ma non è questa la vera provocazione dell’arte?

Lo sviluppo di nuove tecniche ed idee dei libri d’artista continua ancora oggi, anche se delle critiche sulla definizione stessa di “libro” sono state più volte mosse.

E voi cosa ne pensate? Avete mai pensato di creare un libro d’artista?