Uno dei consigli per raggiungere il successo professionale che gli esperti di comportamento e vari mental coaches che è possibile trovare su Instagram o che spesso sono invitati ai Ted Talks, è il principio del “fake it ‘till you nail it”, ovvero immaginare e comportarsi come se si fosse già raggiunto il proprio obiettivo professionale.
Se volete diventare scrittori dovete semplicemente prendere questo consiglio e gettarlo a cuor leggero tra le ortiche.
Certo, il pensiero positivo per avere successo nel campo editoriale è fondamentale, come anche credere in sé stessi, ma in questo caso non basta sentirsi già scrittori per diventarlo, molto semplicemente perchè per diventare scrittori bisogna prima essere dei lettori!
Il viaggio di uno scrittore è simile a quello di una farfalla, parte come un variopinto bruchino affamato di conoscenza e divora tutto ciò che è leggibile nel suo tragitto, poi, quando la Musa bussa alla sua porta si racchiude nel suo bozzolo e ne esce farfalla! Pronto per impollinare altri fiori e dare vita con le sue opere, tanti altri lepidotteri e bruchini.
Grazie alla tecnologia abbiamo a portata di mano una quantità enorme di risorse per poterci acculturare e leggere di qualsiasi argomento in ogni momento durante la giornata. Quindi anche dedicando una piccola parte del nostro tempo ogni giorno a leggere qualcosa, vedremo che i risultati arriveranno.
Inoltre, un editore capirà al primo sguardo se un autore possiede delle ferree basi di lettura, fondamentali nella valutazione delle possibilità di essere pubblicati.
Di seguito alcuni motivi per cui è bene essere innanzitutto lettori e poi scrittori:
Non sprecare tempo in idee già viste
Se si vuole pubblicare, è bene essere assolutamente sicuri che la storia non sia già stata scritta, nessuno vuole pubblicare un libro che ha già fatto il suo tempo.
“Non è mai stato scritto nulla di simile!” o piuttosto “l’autore non ha ancora letto qualcosa di simile”?
Per questo è importante fare ricerche, soprattutto all’interno del genere del romanzo che si vuole scrivere, e assicurarsi che la storia abbia davvero qualcosa di originale.
Sottovalutare i libri sul mercato
Se la motivazione per la pubblicazione di un libro è dovuta al giudizio che “nel mercato attuale si pubblicano solo schifezze”, allora la partenza è già zoppicante. Non solo perché sarebbe come insultare il lavoro dell’editore, ma anche perché non si deve confondere ciò che viene pubblicato con quello che viene massivamente pubblicizzato perchè al momento sta cavalcando l’onda del suo tempo.
Leggere anche quello che è confinato in un angolo della libreria, anche solo il risvolto di copertina, permette di poter dire se effettivamente fa tutto schifo o che è tutto uguale.
Si ha un’idea davvero originale? Splendido, ma meglio non incapparte nella megalomania, tutte le idee devono essere soppesate, ma non sputate sentenze senza prima aver cercato di sapere il più possibile.
Non cadete in composizioni datate
I classici sono classici per vari motivi, se si vuole provare a scrivere un romanzo in stile vintage si è liberi di sperimentare, ma non va bene focalizzarsi solo sui testi ritenuti di base per scrivere.
Non solo l’antico o il prosaico tradizionale sono esempi validi per scrivere una storia, ci sono centinaia di anni di opere assolutamente stimolanti e interessanti per poter scrivere un libro che sia degno di essere pubblicato.
Una soluzione narrativa che andava bene negli anni ‘90 non può più essere quella perfetta per un lettore moderno: la mentalità cambia ed è bene puntare sul nuovo, sul diverso per poter dare un effettivo contributo alla crescita e allo sviluppo della scrittura in generale.
Non si smette mai di essere lettori
Sebbene durante i periodi di massimo impegno creativo sia comprensibile una diminuzione del tempo dedicato alla lettura, è bene ricordarsi che la conoscenza deve sempre essere alimentata e stimolata con nuovo materiale.
Uno scrittore che si rispetti conosce il panorama editoriale in cui è inserito o vuole inserirsi, e per farlo deve solo fare una cosa: leggere, leggere e ancora leggere.
Leggere è la fonte da cui tutti attingiamo per poter pensare, sviluppare un pensiero critico e creare. E anche se non abbiamo tempo di leggere tutto interamente, possiamo perlomeno leggere dibattiti e blog che trattano dei temi più disparati e che ci aiutino nella comprensione del nostro tempo e del mondo in cui viviamo.
Quindi è bene essere curiosi, così da trovare il proprio posto nel mondo!
Il “fake it ‘till you make it” io l’ho sempre inteso in un modo diverso, del genere “se mi sforzo di sorridere, poi mi sentirò più contento”. Può suonare sciocco, ma è un meccanismo reale. In quel senso “fingere” di essere un bravo scrittore può rafforzare l’autostima, con effetti benefici anche sulle prestazioni. A parte questo, leggere è meraviglioso e fondamentale, per scrivere e per vivere. Non si può immaginare uno scrittore che non sia anche un forte lettore.
Mi piace di più la tua interpretazione di stimolo a fare meglio. Purtroppo però nella vita ho conosciuto troppe persone sicure di sè, desiderose di mostrarsi per ciò che in realtà non sono. Ogni mezzo, invece, per aiutarsi a credere in se stessi, va benissimo.
Uno scrittore che non è un lettore io lo considererei solo un sognatore: ma il sognatore ingenuo che vedo nelle fantasie dei bambini, con la logica tutta loro e le cose che accadono “perchè sì”.
Sulla lettura concordo, questo mese sto leggendo poco come romanzi, di più come testi vari, ma sto anche scrivendo di più. E purtroppo “nulla si crea e nulla si distrugge”, soprattutto il tempo. Se scrivo di più, devo togliere ad altro.
Sul valutare il mercato in cui ci si vuole inserire con un proprio romanzo, sono ugualmente d’accordo, ma è un po’ dubbia la questione. Se si ha scritto qualcosa di originale è difficile valutarlo da soli, occorre davvero un’ampissima conoscenza che solo un editor professionale può avere (e specifico per un determinato genere anche). Ma anche qui lo stesso mondo editoriale si divide tra chi dice di cercare l’originale ma preferisce un investimento sicuro, ovvero proprio un testo su idee già viste. Pensa ai romance: sono le stesse lettrici che a volte vogliono leggere storie decisamente simili (e del resto il romance ha dei canoni precisissimi sulla composizione). Quindi non è tanto l’idea a definire un testo vendibile sul mercato, quanto tutto l’insieme, compreso lo stile, l’ambientazione, la caratterizzazione, il linguaggio. Si possono lavorare idee già viste e farne qualcosa di completamente nuovo e differente, anche se non l’idea di base. 🙂
Giuste osservazioni, non è un solo fattore a creare il successo di uno scritto. Io sto prendendo contatti con il mondo editoriale solo negli ultimi anni (ed anche con persone a margine della filiera editoriale): esistono veramente editor specializzati?
Per i romance mi hai riportato alla mente Isabel Allende, che prima di essere scrittrice faceva traduzioni di una serie di romanzi stile “Harmony” per intenderci. Dopo un tot di storie tutte uguali si era stancata ed aveva preso ad inventarsi i finali e a modificare le storie. Naturalmente è stata licenziata.