Ho creato il mondo di Fortier prima ancora di aver concluso una delle sue storie. Ho creato ben quattro di racconti ambientati nel solo continente di Thymos, più degli spin-off. Nessuna conclusa, naturalmente. Però sono arrivata a determinare ogni fiume, ogni lago ed ogni picco della sua geografia. Potrei dire che conosco più il continente che i suoi personaggi!
Perchè l’ossessione per le mappe?
L’origine mitologica del continente di Thymos deriva dalla caduta dal cielo di Shama, una stella dalle forme simili ad una donna. Essa si sarebbe incastonata nel Grande Oceano, e il suo corpo è divenuto un continente dalla terra fertile.
Avevo quindi bisogno che il territorio ricordasse la sagoma di una donna caduta. Grazie alla mia preparazione artistica, delinearne la mappa e il territorio dove far muovere i personaggi non è stato eccessivamente complicato.
Il mappare fisicamente il continente, le città ed il territorio in cui far vivere i miei personaggi, mi ha trasmesso un senso di creazione. Più mettevo su carta gli elementi, maggiore era la percezione che fossero reali!
Lo scrittore immagina il suo modo e poi lo disegna in modo concreto. Una bella teoria questa, ma si presuppone che chi scrive fantasy sappia anche disegnare. Purtroppo però non tutti sanno fare entrambe le cose. Ma questo non è affatto un problema! Per realizzazione in modo concreto un mondo mettere per iscritto gli appunti e rimanere coerenti in merito a distanze e paesaggi. Se poi si ha il modo di tradurre la descrizione in un disegno più immediato, ben venga, ma non è una prerogativa assoluta. Di Thymos conservo un documento scritto di cinque facciate con i dettagli non solo geografici, ma anche sociali, politici, militari etc.
Sistemi magici, religiosi, sociali e politi.
Affronterò più approfonditamente il discorso sulla magia in Fortier in altri post. Per ora la cosa importante da sapere è che fa parte integrante della vita di tutti gli abitanti: indipendentemente dal ceto sociale e la cultura, tutti possono accedere a delle capacità basilari.
Lo sviluppo e la pratica della magia invece, è sotto lo stretto controllo della religione che venera la dea suprema Shama. In Thymos non ci sono altre forme di religione: nei millenni si erano create adorazioni verso uomini che avevano ottenuto eccellenze nel campo della magia ed erano stati elevati al titolo di Semidei (pur sempre inferiori rispetto a Shama), ma nel momento in cui la loro venerazione era diventata una minaccia, tali culti trasversali furono repressi.
Gli stati di Thymos non sono particolarmente grandi, la loro estensione potrebbe essere eqivalente a delle nostre città e quelli più vasti non superano le nostre regioni. Per la maggior parte queste regioni-statosono governate da Signori di famiglie nobili, ma nessuna di esse è una monarchia assoluta. Nel gradino sociale successivo a quello dei Signori si trovano infatti dei Funzionari eletti.
Utilizzo questi appunti per mantenere la coerenza all’interno della trama, anche tra le storie che sono indipendenti l’una dall’altra: i personaggi non possono sviluppare improvvisamente nuove abilità, nuove credenze o infrangere regole del sistema generale che ho creato.
Non mi piace l’idea di dover ricorrere ad un “Deus ex machina”: a motivare i personaggi è giusto che siano i valori di quel mondo.
Forse ho creato fin troppi dettagli nei racconti ambientati a Thymos e forse mi sono imposta un po’ troppe regole: certo è che si debba dare importanza alla coerenza in senso generale.
Voi riuscite ad essere più severi di me nelle regole? Su quale aspetto vi imponente? Vi siete creati la vostra mappa fantasy?