Come trasformare l’ordinario in straordinario

Nell’antica Grecia era una pratica diffusa quella di rivolgersi ad una divinità chiamata Musa prima di imbarcarsi nella creazione di un’opera.

Chi erano e chi sono le muse oggi?

Le Muse erano le nove figlie di Zeus e Mnemosine, la memoria. Queste divinità ispiravano gli artisti delle nove arti principali nella creazione di nuove opere.

Questo particolare mi ha sempre affascinata. L’idea di partire dalla memoria per dare vita al nuovo.

Ciò implicherebbe che per riuscire a scrivere dovremmo affidarci a qualcosa di già visto e sentito. Certo, direte voi, fare copia e incolla di quello che abbiamo vissuto durante il giorno è facile.

Il punto qui non è fare copia e incolla, ma acquisire un pensiero, rivederlo, smembrarlo e riassemblarlo con nuove caratteristiche.

Il problema si pone infatti quando non abbiamo abbastanza stimoli e ciò che viene scritto ritorna ad essere sempre la solita solfa impastata con poco altro. Più di una volta mi è capitato di non riuscire a staccarmi da un unico tarlo che si rigirava nella mente, durante il mio gioco della buona notte.

L’originalità viene dal cambiare prospettiva, dall’immaginare, che è il motore di ogni scrittore. Questa deve essere la sua Musa oggi.

Basta immaginare?

Scrivere non è facile, ma appunto per questo motivo è l’attività più mentalmente stimolante che possa esistere. Non ci possono essere solo immagini sparse a chiazze qui e là, perfette nel loro piccolo quadro, ma senza senso se isolate.

La difficoltà non viene dall’immaginare alcune scene, ma la questione è connettere i punti.

Avete presente i giochini che facevamo da piccoli che consistevano nell’unire i numerini per creare alla fine un’immagine organica? Ecco, il concetto è quello.

Progettare ogni snodo è facile, ma farli andare d’accordo lo è un po’ meno.

Un esercizio utile potrebbe essere quello che mi diverto a fare di tanto in tanto e che diverte soprattutto i bambini.

Il gioco consiste nel prendere tre o quattro parole completamente a caso, e poi creare una storiella che le unisca in maniera coerente. Così si sono creati alcuni sviluppi divertenti, come la vecchietta che usando i boeri uccideva dei malcapitati perché al loro interno nascondeva i calcoli renali del marito.

La bellezza di questo gioco estremamente utile ed efficace è quello di cambiare prospettiva, stravolgere l’ordinario partendo da ciò che vediamo e sentiamo tutti i giorni.

Chi lo sa se il nostro panettiere di fiducia non nasconda in realtà una fatina nel suo laboratorio che rende le sue brioches così dannatamente buone? E che la sua magia renda impossibile smettere di mangiarle!

Il nostro più grande potere è l’immaginazione, perché quella sarà sempre unica e speciale, nessuna uguale all’altra.

La realtà non è mai banale nelle sapienti mani di uno scrittore!

Siate voi stessi la magia nelle brioches!

Arianna è nata in provincia di Rovereto, ha frequentato lì la scuola fino alle superiori, quando lei e la sua famiglia si sono trasferiti in Veneto a causa del lavoro del padre, un militare. Arianna ha sempre avuto la passione per la letteratura di tutti i tipi e l’arte classica la affascina. Studiando all’università ha avuto modo di approfondire la conoscenza del mondo della cultura classica italiano e mitteleuropea.