Le parole hanno un potere straordinario, e ogni scrittore ne è pienamente consapevole.
Questi hanno fatto una vera e propria arte della nostra necessità di dialogare, tanto da creare mondi in cui vivere e creare le nostre stesse fantasie.

Comunicare è fondamentale, e non abbiamo più una coda o il pelo che ci possono aiutare a interagire con i nostri simili dato che abbiamo puntato tutto sull’uso della parola. Uso tutt’altro che facile se pensiamo alla difficoltà di interazione con i nostri stessi simili parlanti la nostra madrelingua.
Ne siamo ancora più consapevoli quando si tratta di mettere nero su bianco i nostri pensieri, o meglio, i pensieri dei nostri personaggi.

Come noi ci troviamo protagonisti di incomprensioni o fraintendimenti, così i nostri amici letterari sono nel mirino dei lettori. Sta quindi agli scrittori decidere in che modo questi ultimi debbano interpretare le azioni dei personaggi.
Attraverso l’uso accurato e studiato delle parole è possibile condurre con delicatezza l’opinione del lettore verso il percorso che noi abbiamo creato per i nostri personaggi.

Ma come fare? Ecco per voi alcuni consigli.

Usare la connotazione giusta

scarabeoCome sappiamo, una parola non è semplicemente un’etichetta.
Ad esempio la parola “albero” non indica semplicemente un essere vivente vegetale. L’albero simboleggia la saggezza, la forza e la resistenza alle intemperie. Ma ancora l’albero è in senso lato l’elemento per eccellenza della natura, quindi contrario alle creazioni dell’uomo  etc.

Dobbiamo sempre tenere conto della connotazione delle parole che scegliamo, considerando soprattutto il periodo storico a cui ci riferiamo e del lettore che andiamo ad incontrare.
Ritornando alla parola albero possiamo fare un esempio di connotazione diversa quando parliamo di una città ricca di alberi e zone verdi.

In questo momento storico una città ricca di piante e di zone verdeggianti è considerata in modo positivo, in quanto gli abitanti saranno probabilmente meno soggetti a malattie e disturbi dovuti allo smog.
Ma pensiamo invece al Far West: una città piena di alberi non era proprio l’ideale, perchè significava che la viabilità era difficoltosa, e peggio ancora, era insicura dato che dietro agli alti fusti si potevano trovare banditi e malintenzionati.

Ottenere l’impressione desiderata

La connotazione implica a sua volta un’impressione diversa in base al contesto in cui stiamo operando.
Se vogliamo che un personaggio risulti sgradevole, sceglieremo tutti vocaboli se non negativi, che lascino intenderne la natura.

Ad esempio se dicessimo:

X è un vero e proprio taccagno.
X è molto parsimonioso.
X è attento alle spese
X ha uno stile di vita modesto.

Suggeriamo quattro diverse implicazioni, sebbene abbiamo lo stesso significato in senso stretto: X ha meno allungo di un T-Rex quando si tratta di spendere!
Quindi fate molta attenzione all’impressione delle parole che usate, così da guidare il lettore sulla giusta strada nel comprendere i personaggi.

L’intelligibilità

parole lenteUn vocabolo per essere usato deve essere intelligibile, quindi comprensibile.
Ad esempio se il nostro protagonista ricevesse un biglietto con scritto “Felicitazioni per il tuo genetliaco”, non possiamo essere assolutamente certi che tutti i lettori capiscano che si tratta del suo compleanno.
L’accuratezza temporale dei dialoghi non deve andare a discapito della comprensione, quindi se proprio non volete rinunciare a termini aulici vi consiglio di rendere chiaro il messaggio attraverso il contesto o sinonimi.

Allo stesso modo, se usate il lessico specifico fate in modo di spiegare acronimi o vocaboli difficili all’inizio, per poi usarli senza problemi per tutto il resto della storia.

Fate attenzione però! Se una parola è specifica ma ha comunque una diffusione sufficiente, non serve disambiguarla. Un esempio? Tutti possiamo intuire cos’è un AK47 senza essere degli esperti di armi da fuoco.

Fare attenzione al fattore temporale

“E fu così che Crociato partì come un razzo verso la Terra Santa”
A meno che non si tratti di una commedia che ha per protagonista un novello crociato avrete notato anche voi che nella frase soprastante c’è un intruso.

Sebbene a volte si possano incorrere in errori dati da informazioni puramente storiche, come le onnipresenti ed anacronistiche staffe nei romanzi e film di evo romano, in linea generale prestate attenzione alle analogie che utilizzate, come anche alle forme di espressione, come spiega l’articolo Diciamo BASTA all’inadeguatezza linguistica.

Voi cosa ne pensate? Ci sono altri accorgimenti che adottate quando si parla di scelte lessicali? Non vedo l’ora di leggere i vostri commenti!