Quando ero bambina spesso  i miei genitori mi liquidavano con un “perchè sì” quando non avevano tempo di darmi un risposta più complessa, e io dovevo accontentarmi. Un “perché sì” comunemente accettato dai bambini più piccoli che toglieva ogni dubbio anche nelle trame di cartoni animati e libri.

Appartengo ad una generazione in cui i cartoni animati erano finanziati dalle case produttrici di giocattoli, a cui non interessava  sviluppare una storia, ma vendere i loro prodotti. È così che è nato il filone dei robot giganti, dove il cattivo era presentato in questo modo: “è cattivo perchè è cattivo, perchè sì”, senza alcun approfondimento. Finché i robottoni giganti combattevano e giocattoli vendevano non serviva alcuna spiegazione.

L’ambizione di una trama

antagonista cattivoFu quando iniziai a creare le mie storie che mi resi conto di quanto fosse debole un cattivo solo per definizione. La primissima fantasia fu quella che poi si sarebbe evoluta come Amici nei sogni, la cui ispirazione venne da un mescolamento di cartoni sui robottoni e Power Ranger.

All’inizio non mi preoccupai del cattivo, l’altisonante nome de Il Supremo, giustificava già le sue azioni semplicemente come “conquista del mondo”.

Con il secondo cattivo che creai vidi dei miglioramenti, era per ” Il sogno di un’adolescente ” e resi più complesso il patrigno, un uomo autoritario i cui atteggiamenti turbavano e contrastavano la protagonista.

Leggere, crescere e scrivere mi portarono a voler dare più spessore a tutti i personaggi, compresi i cattivi. Quando però arrivai a conoscere anche gli antagonisti, me ne innamorai.

Il cattivo ha ragione

Questa è una grossissima anticipazione su come in generale percepisco e scrivo i miei antagonisti: sono creature umane, con sentimenti ed un passato che li porta ad essere ciò che sono. In alcuni casi li amo più dei protagonisti, e per questo li tratto con profondo rispetto.

Solo gli psicopatici che agiscono per follia mi lasciano indifferente e li faccio procedere nel loro destino senza alcuna remora.

Se dietro le azioni di un personaggio c’è logica e razionalità è facile da giustificare ed in qualche modo ci si può anche trovare d’accordo con i suoi pensieri.

Cambiare la propria prospettiva

La vita scorreva tranquilla nel pianeta desolato che viene chiamato “casa”, situato nello spazio profondo, in un luogo così remoto che nessun altro essere vivente potrebbe trovarlo. All’improvviso però giungono navi di una corporazione cariche di creature aliene che vogliono derubare il pianeta dai preziosi minerali e nel farlo probabilmente distruggeranno l’ecosistema del pianeta.

Potrebbe essere la trama su cui si basa il film di Avatar, tutti mossi da buonismo ecologico pronti a combattere per difendere il pianeta.

Oppure la trama su cui si basa la serie Alien, dal punto di vista della regina Xenomorfi, che trucida brutalmente gli eroi umani o li usa come incubatrice.

Quanta importanza date all’antagonista?