Come scegliere il titolo perfetto per il vostro libro o per la vostra storia?
Il biglietto da visita per i potenziali lettori sta proprio in quei pochi caratteri chiaramente stampati sulla copertina della vostra opera.
Ma come scoprire qual è quello giusto?
Ovviamente, come per tutti i prodotti dell’arte e della creatività non esistono regole intransigenti e ferree, ma penso che i prossimi consigli possano aiutare in questa scelta tutt’altro che semplice:
Il titolo dev’essere in linea con il contenuto
Il lettore ha delle aspettative quando legge il titolo di un libro, e vuole trovare un contenuto che sia coerente con la battuta d’apertura dell’intera storia.
Quindi si cerca di non optare per un titolo umoristico se il tono all’interno è complessivamente riflessivo o cupo perché si tratta di una tragedia o di un romanzo di guerra.
Meglio preferire un titolo meno accattivante ma che sicuramente non rischia di essere fuorviante.
Assicurarsi che non sia già stato utilizzato negli ultimi vent’anni
Considerando la quantità di opere che sono state scritte nella storia dell’umanità è molto poco probabile che venga scelto un titolo assolutamente originale e che non è mai stato utilizzato.
Per questo è bene fare sempre una ricerca a riguardo prima di scegliere il titolo definitivo, anche perché difficilmente un libro con un titolo uguale o simile ad uno già in commercio viene pubblicato, per non creare confusione nel pubblico.
Tenere conto del genere della vostra storia
Sebbene non ci siano dei confini precisi che devono essere rispettati, il titolo dovrebbe evocare anche il genere di romanzo dietro la copertina.
Pensiamo a “Guida galattica per Autostoppisti”, penso che questo sia uno dei titoli meglio azzeccati che io abbia mai visto.
In poche parole riassume perfettamente: il genere, lo scopo, e il taglio di scrittura che viene a troversi leggendo la storia.
Cerchiamo dunque di pensarci un po’ su per cercare la combinazione di parole che meglio esprimano la nostra idea primaria che ci ha ispirato lungo tutto il corso della storia.
Cercate di essere originali
A meno che non ci sia lo scopo di dare un titolo totalmente piatto al romanzo, per questioni di ideologia interna, meglio non puntare troppo a ribasso: la storia è grandiosa e praticamente pubblicata, quindi è bene crederci fino in fondo e cercare un nome che faccia mettere in evidenza le capacità di scrittori!
Fatevi ispirare da altre opere
Nulla vieta che altri titoli o frasi non vostre non vi facciano accendere la lampadina.
Soprattutto per quanto riguarda i testi di canzoni, ci sono tantissime immagini o metafore che possono ispirare per rendere l’idea complessiva del contenuto della vostra opera.
In questo caso non mi riferisco al plagio integrale, ma a cercare uno spunto che vi aiuti a vedere la luce per il titolo perfetto.
Non preoccupatevi troppo
Soprattutto nel caso in cui vogliate pubblicare in modo tradizionale, non angustiatevi troppo per il titolo, l’editore che valuterà il libro non presterà troppa attenzione al titolo, dato che quello che viene valutato è il contenuto.
Inoltre fino al momento della pubblicazione il titolo può essere cambiato e ricambiato, e l’editore stesso potrebbe aiutarvi a dare un nuovo nome alla vostra opera.
E voi che ne pensate? Usate altri trucchi per scegliere i vostri titoli? O vi fate ispirare dalla storia stessa?
“Guida galattica per Autostoppisti” era, prima del romanzo, una serie radiofonica però trovo che il titolo sia meglio azzeccato per un libro, che la stessa corposità di una guida, rispetto a qualcosa che viaggia nell’etere. Mi piacciono molto i titoli che rompono la logica, come “L’ombra del vento” (come può il vento avere un’ombra?) o “La forma dell’acqua” (l’acqua è un liquido, prende la forma del contenitore). Per i titoli dei racconti in genere lascio che sia l’ispirazione ad avere la meglio, anche quando è un problema per l’indicizzazione sui motori di ricerca. Il titolo dell’attuale incompiuto romanzo è già stato usato, ma per altri concetti, diciamo che ci sta bene solo se associato all’immagine di copertina (che ho già chiara in mente). Prima però bisogna terminarlo. 🙂
Già… bisogna prima terminarli. Interessante riflessione per i titoli che rompono la logica, per la maggior parte li accetto per il suono e non per il significato. L’importante è la coerenza con il contenuto.
Anche a me è successo di aver ideato da anni il titolo di un romanzo che non ho finito e di recente vederne pubblicare uno omonimo, per fortuna di genere completamente diverso. Ci ritornerò e ci rifletterò solo quando e se finirò il mio.