Cari amici lettori,

oggi voglio proporvi un articolo un po’ diverso dal solito.

Abbiamo avuto l’occasione di parlare di svariati temi che riguardano la scrittura: i personaggi, l’ispirazione, il viaggio dell’eroe e tutte quelle tematiche che sono collegate alla nostra passione: scrivere.

Però mi sembra che manchi qualcosa di fondamentale a tutto ciò, ovvero riflettere sul perchè noi scriviamo.

Nel corso dei secoli si è parlato in lungo e in largo dell’aura impalpabile che è andata a ricoprire questa forma espressiva, fino a renderla quasi sacrale.

In origine i motivi che hanno spinto l’uomo ad esprimersi per mezzo del segno scritto sono stati di natura pratica: i Sumeri volevano tenere traccia delle scorte di viveri nei loro magazzini per ricordarsene nel momento del bisogno.

I germani e gli altri popoli europei usavano la scrittura sugli oggetti per proteggerli con formule magiche e protettive, in modo che gli dèi si ricordassero delle loro preghiere.

Il codice babilonese di Hammurabi è una delle prime testimonianze scritte di diritto, le leggi sono state incise nella pietra ed esposte a tutti coloro i quali dovessero ricordarsi l’esatta dicitura della norma.

Questi svariati utilizzi hanno alla base una cosa in comune: la memoria. Noi scriviamo non solo per esprimere ciò che abbiamo dentro, ma anche per ricordarcene, per fare in modo che le nostre idee, e in un certo senso anche noi, possiamo sopravvivere nella memoria di chi legge le nostre opere anche dopo la nostra dipartita.

La scrittura è magica, la scrittura eterna grazie alla memoria, senza la quale non avrebbe senso di esitere.

Noi abbiamo dunque la possibilità di lasciare come nostra eredità degli insegnameni che derivano dalla nostra esperienza, dalle nostre idee o critiche verso il mondo in cui noi viviamo.

Questo però comporta anche un grande senso di responsabilità. Siamo responsabili verso i nostri lettori di domani e di cosa andremo a lasciargli.

Dobbiamo renderci conto che quello che noi scriviamo non è solo un gioco, ma è una possibilità concreta migliorare, anche solo un po’, il nostro mondo, anche se non assisteremo noi al cambiamento che le nostre idee hanno prodotto.

Siamo protagonisti del nostro oggi, e se sfrutteremo bene il nostro talento, anche del nostro domani.

 

Arianna è nata in provincia di Rovereto, ha frequentato lì la scuola fino alle superiori, quando lei e la sua famiglia si sono trasferiti in Veneto a causa del lavoro del padre, un militare. Arianna ha sempre avuto la passione per la letteratura di tutti i tipi e l’arte classica la affascina. Studiando all’università ha avuto modo di approfondire la conoscenza del mondo della cultura classica italiano e mitteleuropea.