Shakespeare è sempre stato una delle colonne portanti della mia formazione scolastica e culturale, ho perso il conto di quante volte ho pianto alla morte di Giulietta o sghignazzato per le malefatte di Puck.
Mi ha sempre affascinato il modo così semplice eppure efficace di questo grande artista di sviluppare delle trame con personaggi diametralmente opposti tra loro, che rendono la narrazione avvincente fino all’ultimo atto.

Casa Stratfor Uppon AvonE oggi vorrei approfondire un particolare parecchio interessante che mi è saltato all’occhio rileggendo il Re Lear. Nell’opera ricorre spesso la parola peste, e quindi mi sono chiesta il perchè.

La risposta è a dire il vero abbastanza semplice: tra il 1603 e il 1613 Londra era stata colpita da questo terribile flagello e ovviamente il Bardo ne aveva risentito, anche perchè come durante l’emergenza Covid-19 tutti i teatri erano stati chiusi.

Ma questo non ha scoraggiato William, che invece ha fatto ciò che per ogni artista risulta pressoché naturale: ha trasformato una situazione spiacevole in un’opportunità per esprimere valori e sentimenti che sono rimasti per secoli, e arrivano a noi ancora freschi e condivisibili.

Andando poi a curiosare un po’ più in profondità ho scoperto una teoria interessante secondo cui il Bardo abbia soggiornato in Italia durante un’altra pestilenza, nel 1592, quando aveva solo 28 anni, per curarsi da questo orribile morbo. Avrebbe risieduto lungo il Garda per beneficiare del clima decisamente più salubre di quello londinese.

In questo periodo avrebbe quindi avuto la possibilità di viaggiare per il Veneto e la Lombardia, e conoscere anche la storia di Romeo e Giulietta, da lui poi riproposta, oltre ad avere la possibilità di conoscere approfonditamente Verona, Padova e Venezia, che appaiono così vivide nelle sue opere.

La peste era senza dubbio un’ombra che non abbandonava mai la mente del popolo, un nemico silenzioso ma letale, che porta ad avere paura, sospetto del prossimo e tristezza.

Shakespeare ci insegna anche questo: che l’arte può sconfiggere la paura grazie alla sua luce ed alla creatività.

Pensiamo a quanto grigia sarebbe la nostra esistenza se non avessimo i nostri libri, i film, le serie e i quadri. L’arte è vita, è la massima sublimazione del nostro tempo e del nostro sentire in questa nostra esistenza.

Quindi osate, create, sbagliate, ma non abbiate mai paura di non star facendolo nel modo giusto, perchè l’arte è anche questo, è arbitrale, è unica, come noi!