Come trovarsi da fumetteria a spiritista
Tra i personaggi curiosi e insoliti che si possono trovare nel mondo dell’Astratto c’è anche la figura del venditore di anime. Un negoziante di prodotti giapponesi, oppure uno spiritista?
Un’estate di diversi anni fa mi ritrovai in un autobus in giro per la città deserta. Guardando fuori dal finestrino vedevo molti negozi con le serrande abbassate, ma mi colpì uno in particolare, dalle anonime serrande grigie che lo facevano apparire come un garage più che un negozio. Sopra la serranda erano state poste delle lettere adesive che componevano le parole “Anime Shop”.
Nulla di speciale quindi, il temine “anime” si riferiva ai cartoni animati giapponesi, come sta diventando d’abitudine indicarli anche in italiano, mentre “shop” è il negozio in inglese.
Si trattava banalmente di una fumetteria.
Per un qualche strano motivo però il termine “anime shop” mi era rimasto impresso e continuava a girarmi come un tarlo nella mente. Se quel “anime shop” non fosse stata una fumetteria, ma un negozio di “anime”, nel senso italiano del temine che indica lo spirito?
Questo mio negozio di anime non avrebbe venduto spiriti brutalmente strappati da un corpo, ma una piccola parte di anima, in realtà copiata, che poteva racchiudere caratteristiche della personalità, oppure una caratteristica legata alla coscienza, con i suoi valori morali ed etici.
L’interno del negozio me lo figuravo come quello di una erboristeria, ricco di boccette, bustine, polveri, scatoline… tante piccole cose confuse, forse disordinate per i clienti, ma con una logica sensata per il venditore.
Il negoziante me lo figuravo come un uomo di mezza età, dai capelli bianchi e con varie rughe, ma comunque dal fisico atletico. Nel negozio è presente un gatto dal pelo lungo e bianco mentre il venditore poteva avere anche una o due commesse, di cui una molto giovane, con l’aspetto e l’eleganza di altri tempi che al primo impatto potrebbe indurre a chiedersi cosa ci faccia in un negozio simile.
Una caratteristica peculiare che contraddistingue il negozio è la lucidità della mente nel momento in cui si è al suo interno e si svolge la compra vendita delle anime. Una volta usciti a poco a poco quell’evento sembra affievolirsi nei ricordi, prendendo la connotazione del sogno, se non arrivando addirittura a dimenticarselo.
Desiderando formalizzare meglio in mio negozio di anime, avevo pensato di creare un racconto breve, ma in quel periodo mi stavo concentrando a scrivere Il drago ribelle e volli inserirlo per la prima volta lì.
Il negozio ha la particolarità di trovarsi in ogni luogo dell’Astratto, è un ponte tra i mondi ed i racconti. Non avendo un luogo fisico in cui stare, la sua porta e la sua vetrina possono essere notati solo da chi ha necessità dei suoi servizi, oppure da coloro che hanno particolari affinità con la magia. Non è da considerare come un un negozio visibile o invisibile, ma solo “notabile”.
Ne Il drago ribelle il protagonista Leone lo trova in una via di Montmatre, mentre ne L’uomo delle ombre appare a Cardas, dove Crisha apprende la magia per cambiare la percezione dell’anima di un uomo in quella di un animale.
Il negoziante di anime, per quanto abbia un aspetto umano, è in realtà un drago: questo perché i draghi, oltre ad essere dotati della magia necessaria per estrapolare e capire le caratteristiche delle anime, sono anche l’unico popolo appartenente ad un mondo dell’Astratto a poter viaggiare senza difficoltà tra i mondi.
Ora, per curiosità, se entraste in questo negozio, quale vostra dote vendereste e quale invece acquistereste?