Tra pochi giorni sarà il 21 Marzo 2021, giornata internazionale delle foreste. In questo giorno prendiamo maggiore coscienza della situazione forestale nel mondo, e in particolare come l’industria della carta giochi un ruolo fondamentale nella salute di questo tipo di ambiente, estremamente cruciale per il nostro pianeta.
In particolare, noi come lettori, a cosa possiamo prestare attenzione per essere più ecologicamente responsabili?
Intanto partiamo con il domandarci: ci sono metodi alternativi di lettura che ci permettono di essere più amici dell’ambiente?
La prima risposta che sembrerebbe scontata è quella di preferire la lettura su supporti digitali e non cartacei, così da preservare le nostre preziose foreste, ma non è esattamente così.
Nel 2007 il KTH Center for Sustainable Communications ha effettuato uno studio proprio su questo argomento, ed è emerso che i fattori che determinano l’impronta ecologica della fruizione di informazioni dipendono anche da fattori indiretti, come la fonte di energia elettrica che si usa, le emissioni prodotte dalla distribuzione e quelle connesse dal lavoro redazionale.
Dallo studio è emerso che effettivamente leggere da notebook in Svezia ha un’impronta ambientale più ridotta rispetto alla carta stampata se si tratta di trenta minuti o meno al giorno.
Mentre invece se si prende in esame un paese in cui le fonti energetiche sono prevalentemente combustibili, come l’Italia, allora la cara vecchia carta sarà ecologicamente preferibile.
Dunque non dobbiamo sentirci in colpa per consumarci gli occhi sui nostri adorati libri cartacei, ma possiamo fare ancora un passo in più
Come sappiamo, non tutta la carta è uguale, e la sua produzione non è di certo un toccasana per l’ambiente dato che ogni anno si consuma in media il 4% dell’energia globale e dai 44 agli 83 mila ettolitri di acqua per l’industria cartiera.
Certo, numeri che fanno girare la testa, ma in tutto questo, come possiamo incoraggiare la protezione delle foreste?
Non dobbiamo farci ingannare dal marchio verde speranza della provenienza della carta riciclata del volume che vogliamo acquistare, perché se la carta è troppo bianca allora avremmo tutelato un albero, ma non l’acqua dato che per sbiancare la carta di seconda mano si usano agenti chimici che potrebbero rivelarsi molto dannosi.
Quindi non fermiamoci all’acquisto di carta riciclata, ma quando si tratta di acquistare possiamo fare un ulteriore passo e cercare il simbolo Fsc, apposto sui volumi che utilizzano carta proveniente da legno di foreste sostenibili.
Qui però arriva una nota dolente, perchè in Italia attualmente non è presente nessun tipo di carta che è al 100% Fsc, dato che il materiale viene parzialmente da altri tipi di foreste non certificate.
Ma non disperate, perchè molto poco probabilmente la pagina stampata che avete davanti arriva dall’Amazzonia o da altri polmoni verdi, dato che l’Italia si rifornisce principalmente da Paesi del nord Europa che utilizzano coltivazioni specializzate, quindi che non vanno a intaccare le foreste primarie.
E il prezzo?
Il prezzo della carta riciclata è solitamente il 3-5% in più rispetto a quella tradizionale, quindi sul prezzo del libro non costituisce un aumento esorbitante.
Inoltre consideriamo che il prezzo maggiorato non è dato da costi tecnici, ma dal valore aggiunto che il consumatore stesso riconosce nella carta riciclata.
Questo è fondamentale per capire come il nostro comportamento può davvero influire sul nostro modo di vivere, spingendo l’industria della carta stampata verso una prospettiva più ecologica e maggiormente rispettosa dell’ambiente.
Quindi la prossima volta che sentirete prudervi le mani per la smania di avere un nuovo titolo sui vostri scaffali gremiti, fate anche attenzione a cosa dicono del libro e di com’è stato fatto.
E voi prestate già attenzione a questi elementi quando scegliete un libro? Avete mai chiesto specificatamente di pubblicare su un supporto di carta ecosostenibile?
Come si fa a scegliere un libro su queste basi? Bisognerebbe che venisse offerta la scelta, come si fa tra paperback e copertina rigida. Dopo avere acquistato mi fa piacere vedere il marchio FSC, ma così non è molto utile…
In effetti Grazia la tua semplice proposta non è male: paperback, copertina rigida o 100% fsc le possibilità all’acquisto. Forse un giorno ci arriveremo…
Beh, al momento lavoro per una delle società che gestiscono la conservazione digitale sostitutiva, da gennaio a marzo abbiamo conservato 159 milioni di documenti informatici dell’anno 2019 (e man mano che le aziende si adeguano, aumenteranno sempre di più). Sono tutti documenti fiscali che non vengono più stampati per essere archiviati in scatoloni e grandi magazzini. D’altro canto c’è l’energia consumata per tenere in piedi il sistema (le server farm) ma anche qui ci si sta muovendo sempre più su fonti rinnovabili. Tutte le volte penso che ho salvato carta per buoni libri, oltre agli alberi per nuovi parchi dove andare a leggere. 🙂
La poca carta che stampo la scelgo FSC, anche se costa un filino di più. Quando in casa eravamo costretti a stampare anche tante “brutte copie” avevamo preso apposta delle risme di carta riciclata, dove il tono di grigio non disturbava la resa di una stampa bianco/nero.
Ottime scelte, sei da prendere ad esempio. Poi una vita votata all’ecologia al 100% è parecchio difficile da realizzare, ma già prestando attenzione alle piccole cose si possono fare passi avanti.