Vivere in un mondo di sogni e speranze è tipico delle principesse, pensiamo anche alle belle principesse Disney. Il Principe Azzurro arriverà sempre a salvarle e tutti vivranno felici e contenti.
Le favole finiscono sempre così, giusto?
La principessa viene liberata dalle grinfie del cattivo dal Principe Azzurro grazie alla magia e alla forza dell’amore. È la storia più vecchia del mondo eppure sentirle ci rende sempre felici.
Perché ce le raccontano?
Raccontare le fiabe ha sempre fatto parte della nostra storia, della nostra infanzia. Le mamme le raccontano per far addormentare i bambini, ma non è solo questo. In questi racconti troviamo sempre un messaggio morale da tenere a mente: Cappuccetto Rosso ci insegna a non parlare con gli estranei e la Bella e la Bestia ci dice di non giudicare dall’aspetto esteriore.
Nel tempo però le cose cambiano. Leggendo le favole dei fratelli Grimm sono stata scioccata dalla violenza delle storie. Omicidi, rapimenti e fiumi di sangue. Cose che farebbero rizzare i capelli in testa a qualunque psicologo dell’infanzia. Come sono diverse dalle principesse a cui siamo abituati noi oggi!
Eh sì, perchè se guardiamo alla classica principessa rappresentata fino agli anni ‘90 dalla Disney non troviamo di certo un messaggio morale ben chiaro. L’importante per una principessa è essere bella, saper cantare e fare le faccende di casa. Di certo non un modello da seguire di questi tempi.
Ma quindi, voglio davvero essere una principessa?
Ero ai primi anni delle elementari quando una mia compagna di classe che faceva la ballerina, simbolo di eleganza, bellezza… distrusse i miei sogni di Principessa con la semplice frase “nessuna di noi lo è”.
Riflettendoci però sono giunta alla conclusione che la scelta non si basa sull’essere o non essere una principessa, ma su quale principessa voglio prendere a modello.
Fin da piccole sono state inculcate delle virtù da seguire per essere considerate delle vere signorine: saper essere educate, rimanere silenziose ed ubbidienti. Essere praticamente invisibili.
E così la nostra fantasia ci ha sempre detto di sognare secondo quei parametri. Essere bellissime è sempre stato più importante di essere intelligenti o coraggiose.
Il fatto è che immaginare in questi termini è semplice. É semplice dover pensare solo al trucco e ai bei vestiti. É semplice non pensare alle cose importanti.
Fortunatamente però il mondo reale a volte è più incredibile di quello della fantasia. Nella storia moderna vediamo donne che hanno deciso di non essere le principesse della tradizione ma di diventare eroine. Pensiamo infatti anche solo a Lady Diana che ci ha fatto aprire gli occhi e pensare che la bellezza e la compostezza non sono ciò che rende una donna una principessa.
Quando appena dodicenne iniziai a scrivere il mio racconto Il sogno di un’adolescente per caratterizzare i miei personaggi volli basarmi sull’esperienza di arrampicata che avevo sentito.
“Dove non arriva la mia forza c’è la sua agilità” diceva uno scalatore riferendosi anche alla compagna.
Negli ultimi tempi anche il mondo dell’editoria infantile si è accorto dei cambiamenti radicali della nostra società e a come sia cruciale far passare nuove idee nell’immaginario dei bambini.
Le nuove principesse si fanno spazio tra le classiche Cenerentola o Biancaneve. Le future generazioni potranno ispirarsi non solo alle irriducibili casalinghe dei primi del Novecento ma a delle vere e proprie eroine.
Poco importa chi sono i loro genitori, ciò che conta davvero è la loro capacità di lottare per ciò che vogliono e fare il bene della società in cui vivono. Devono saper essere furbe e coraggiose, insomma devono avere le stesse caratteristiche che servono per poter sopravvivere nel mondo reale.
Ed ecco quindi che la disillusione vissuta viene rimpiazzata dalla speranza. Il mondo oggi offre ai bambini modelli di favola che meglio li prepareranno al loro futuro, proprio come dovrebbe essere.
Continuate a sognare.