In questo periodo mi sto dedicando alla costruzione della struttura di una trama e ciò mi ha permesso di capire perché le mie vecchie storie non sono convincenti: in passato ho sempre pensato a episodi e non ad una trama nel suo complesso.
Chi come me è cresciuto guardando cartoni animati e telefilm potrà riscontrare facilmente lo stesso problema nelle sue fantasie.
La coesione: l’importanza nel quadro generale
Non sto parlando di pubblicazioni seriali, ma proprio del modo in cui viene scritto un romanzo completo.
Con episodi intendo segmenti più brevi di una trama: si manifestano quando vengono pensate delle scene collegate solo da personaggi ed ambientazione.
Questo tipo di segmenti non sono assolutamente adatti ad un romanzo, poiché non sono in grado di dare continuità all’arco narrativo.
Pensiamo a come in cartoni animati e telefilm ogni episodio è una storia a se stante, che non influenza la puntata successiva. Ciò che accade in un episodio non ha importanza nel lungo termine.
Quando si scrive un romanzo, invece, ogni momento della storia dovrebbe essere funzionale per la trama nel suo complesso. Le scene devono dare un senso a qualcosa di più grande, vivendo in un flusso di cause ed effetto.
Una storia avvincente ha bisogno del rischio. L’ansia su cosa accadrà crea le emozioni di tensione, anticipazione e terrore nel lettore, invogliandolo a proseguire per sapere cosa accadrà. In un breve arco narrativo il lettore sarà deluso nelle sue aspettative di pathos, trovandosi a vivere la tensione emotiva solo per un periodo molto breve.
Pensiamo ai telefilm: non ha importanza quanto in pericolo venga messo il protagonista in una puntata, siamo certi che nell’episodio successivo lui tornerà senza avere conseguenze dei fatti precedenti.
La scrittura episodica può funzionare solo se vengono scritti dei racconti brevi o microstorie in cui si inseriscono scorci di vita. Queste narrazioni non hanno bisogno di eventi per influenzare il resto della trama, che concatenino cause ed effetti.
Come scoprire e risolvere il problema
I creatori di South Park l’hanno spiegata così: se la situazione A è collegata a B da un “e poi” la scrittura è episodica.
Il re è morto e poi la regina è morta.
Per dargli uno spessore da trama è necessario un collegamento di cause ed effetto, che può essere una decisione o una risposta, oppure l’impedimento di obiettivi e la nascita di conflitti.
Il re è morto per cui la regina è morta di dolore.
La connessione è necessaria all’interno di un romanzo, se la scena non è utile ai fine della trama non bisogna aver paura di tagliarla, perché tutto deve accadere per una ragione.
Quando si inizia a scrivere bisogna aver ben chiaro in testa dove si voglia arrivare, tenendolo a mente in ogni capitolo della trama.
Nella sua crescita, il personaggio non deve dimenticare da dove è venuto, lungo tutta la storia è bene che ci sia un eco di ciò che è accaduto, delle conseguenze che si protraggono a lungo, non solo al momento immediatamente successivo.
Volete sapere dove si adotta maggiormente la scrittura episodica? Nella sinossi, dove è facile scrivere “è successo questo, poi questo ed infine questo” togliendo il sapore di una mini-storia.
Quando la scrittura di una sinossi appare episodica, è plausibile che chi la legge si aspetti anche un romanzo episodico.
Ti sei accorto anche tu del problema di una scrittura episodica? Come risolvi il problema?
Molto vero. Se la storia non ha una direzione chiara, con un finale cui mirare, vengono meno tanti elementi che renderebbero la storia coinvolgente.
La cosa che mi ha sorpreso di più nello scoprire il mio errore è che me ne sono resa conto solo dopo anni di scrittura. Anche conoscendo il finale mi concentravo troppo nelle singole scene.
Uhm, si, ma parto da un altro punto ancora. Ho scritto un racconto, e per me era finita lì. Mi hanno chiesto il seguito, o forse mi hanno solo dato solo una spinta e la decisione di proseguire era già presa… Ho scritto il secondo, e poi il terzo, e il quarto, e adesso inizierò il quinto, e ho già gli appunti per arrivare quasi fino a dieci. Ognuno un episodio a sé, ognuno con un suo cattivo, ma con la storia di base che si sviluppa… un serie di racconti. Ma non un romanzo. Per farne un romanzo, andrebbe riscritto, ricollegato, rimaneggiato. Niente di trascendentale, credo che più di qualcuno abbia fatto un’operazione del genere, passando da una scrittura per gioco, blog o self o wattpad, ad una scrittura per pubblicazione tradizionale. Per adesso, mi accontento di aggiungere episodi. Poi vedremo. 😉
Anch’io fino ad ora ho utilizzato (inconsapevolmente) questo modo di aggiungere episodi. Ora però mi rendo conto che non è questo il risultato che voglio ottenere. Sono purtroppo anche consapevole che non posso cambiare il mio modo di fantasticare “ad episodi” da un giorno all’altro.
Quindi ancora per un po’ convivrò con questo modo di scrivere, anche se aspito alla creazione di un romanzo continuativo.